C’è la devota Peppa in quella rua
che adora confessarsi a casa sua,
quando il lauto convito
chiude gli occhi al marito
ma li spalanca al frate in quella rua.
Un po' per ridere, un po' per non morire
C’è la devota Peppa in quella rua
che adora confessarsi a casa sua,
quando il lauto convito
chiude gli occhi al marito
ma li spalanca al frate in quella rua.
che sottile ironia nei versi…
oggi, San Faustino, patrono dei single…e tu che spieghi senza mezzi termini cosa fanno facendo i single…con saio o senza!
Ribadisci forse che il non essere accasati, a qualsiasi titolo, rende la vita molto più divertente?
Ribadisco che chi vuol divertirsi il modo lo trova sempre, per single come te o accasato come me che sia (e san Faustino chiude un occhio).
Buona giornata
Buongiorno!!! Simpatica la storiella della Peppa 🙂 A dimostrazione che l’amore, l’attrazione, la voglia di godere la vita si intreccciano nelle nostre giornate, nonostante tutto…
Divertente e boccaccesca 😉
mario g.
Sì, ci ho abitato anch’io in quella rua,
proprio vicino a Peppa e a casa sua,
con la disperazione
che a tanta devozione
non ho mai preso parte in quella rua.
L’altropoeta
Caro Altropoeta,
ancora una volta ti sei voluto esibire con una chiosa a commento di una poesia pubblicata su questo.
Mi complimento con te. Sei molto spiritoso e, a dispetto di una esibita sciatteria (per la verità troppo esibita per essere sincera), anche raffinato.
Grazie e onorato per l’attenzione
Paesanino
Acc…la Peppa,
non faceva in tempo a confessarsi
che era di nuovo in disgrazia di Dio!
Gustoso il raccontino in versi Paisà ,
ti abbraccio.
… ma che birichina questa donna… ma sìììì… purchè si diverta… baciotti… (la mela è di nuovo al suo posto… ogni volta che fanno la manutenzione a splinder sparisce…)
Scusate, ma io non capisco perché in questo vostro paese le strade, ammesso che sono strade, si chiamano tutte rue?
Angelo PA.
divertente, e molto belle le raffigurazioni che ogni volta vi unite. Bravi!
ciao da Massimo
Un bel dire , certo
Patty
Caro Angelo Pa. (#9), non è vero che tutte le strade del nostro paese si chiamano rue. Sono chiamate rue quei vicoletti, di norma fatti a scalini, che scendono a collegare una strada principale del paese con un altra che si sviluppa parallella alla prima. La quasi totalità delle rue toresi si trovano nel centro storico e collegano Via di Sopra e Via di Sotto, rispettivamente alle parallele via Occidentale e via Orientale.
Fuori dal contesto del centro storico, ci sono solo due rue, ma molto più ampie delle altre: Rua Petrucci, che collega Via Roma a Via Sotto le case, e Rua dell’Annunziata (oggi via dell’Annunziata), che collega Via Roma con Via Pozzillo.
Cordiali saluti
Giovanni
E’simpaticamente ironico
questo tuo limerick, Paesanino!
Saluti
Incanto lirico
Ciao, caro Paesanino. Mi spiace molto di non poter partecipare come vorrei, ma in questo periodo sono abbastasnza incasinato col tempo a disposizione. Spero di rifarmi in seguito. Come al solito non manco, però di notare l’arguzia e la pulizia dei tuoi scritti, capace, come sei, in cinque versi di raccontare quello che è stato il costume di un’epoca. negli anni a cavallo tra il medio evo e il rinascimento, accanto a personaggi religiosi di dirittura morale ineccepibile, quanti furono i monaci e gli aecclesiastici in genere (dai pai con figli ai cardinali di 16 anni, agli abati) che predicarono bene e razzolarono malissimo?
Il bello è che nelle tradizioni popolari di ogni regione d’Italia il monaco birbone fa sempre capolino. Qualche volta è visto con simpatia, altre volte, invece, come un vero ew proprio malfattore.
Il fatto è che loro forse, il votro di castità non lo facevano e, con la loro cultura (erano gli unici “acculturati” del tempo) riuscivano ad incantare le belle popolane e qualche volta anche le signore d’alto rango. Estremizzando, Rasputin era un monaco che aveva soggiogato completamente e sotto tutti gli aspetti la zarina…
Accidenti quante cose si possono ricordare dopo aver letto un limerick!
Ciao
Ben