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14 commenti su “In quella rua

  1. Gliorti il said:

    che sottile ironia nei versi…

    oggi, San Faustino, patrono dei single…e tu che spieghi senza mezzi termini cosa fanno facendo i single…con saio o senza!

    Ribadisci forse che il non essere accasati, a qualsiasi titolo, rende la vita molto più divertente?

  2. Paesanino il said:

    Ribadisco che chi vuol divertirsi il modo lo trova sempre, per single come te o accasato come me che sia (e san Faustino chiude un occhio).

    Buona giornata

  3. AbigailGilmore il said:

    Buongiorno!!! Simpatica la storiella della Peppa 🙂 A dimostrazione che l’amore, l’attrazione, la voglia di godere la vita si intreccciano nelle nostre giornate, nonostante tutto…

  4. anonimo il said:

    Sì, ci ho abitato anch’io in quella rua,

    proprio vicino a Peppa e a casa sua,

    con la disperazione

    che a tanta devozione

    non ho mai preso parte in quella rua.

    L’altropoeta

  5. Paesanino il said:

    Caro Altropoeta,

    ancora una volta ti sei voluto esibire con una chiosa a commento di una poesia pubblicata su questo.

    Mi complimento con te. Sei molto spiritoso e, a dispetto di una esibita sciatteria (per la verità troppo esibita per essere sincera), anche raffinato.

    Grazie e onorato per l’attenzione

    Paesanino

  6. Hyeronimus il said:

    Acc…la Peppa,

    non faceva in tempo a confessarsi

    che era di nuovo in disgrazia di Dio!

    Gustoso il raccontino in versi Paisà,

    ti abbraccio.

  7. MIKROKOSMOS il said:

    … ma che birichina questa donna… ma sìììì… purchè si diverta… baciotti… (la mela è di nuovo al suo posto… ogni volta che fanno la manutenzione a splinder sparisce…)

  8. anonimo il said:

    Scusate, ma io non capisco perché in questo vostro paese le strade, ammesso che sono strade, si chiamano tutte rue?

    Angelo PA.

  9. lavelle il said:

    divertente, e molto belle le raffigurazioni che ogni volta vi unite. Bravi!

    ciao da Massimo

  10. GiMascia il said:

    Caro Angelo Pa. (#9), non è vero che tutte le strade del nostro paese si chiamano rue. Sono chiamate rue quei vicoletti, di norma fatti a scalini, che scendono a collegare una strada principale del paese con un altra che si sviluppa parallella alla prima. La quasi totalità delle rue toresi si trovano nel centro storico e collegano Via di Sopra e Via di Sotto, rispettivamente alle parallele via Occidentale e via Orientale.

    Fuori dal contesto del centro storico, ci sono solo due rue, ma molto più ampie delle altre: Rua Petrucci, che collega Via Roma a Via Sotto le case, e Rua dell’Annunziata (oggi via dell’Annunziata), che collega Via Roma con Via Pozzillo.

    Cordiali saluti

    Giovanni

  11. benciarl il said:

    Ciao, caro Paesanino. Mi spiace molto di non poter partecipare come vorrei, ma in questo periodo sono abbastasnza incasinato col tempo a disposizione. Spero di rifarmi in seguito. Come al solito non manco, però di notare l’arguzia e la pulizia dei tuoi scritti, capace, come sei, in cinque versi di raccontare quello che è stato il costume di un’epoca. negli anni a cavallo tra il medio evo e il rinascimento, accanto a personaggi religiosi di dirittura morale ineccepibile, quanti furono i monaci e gli aecclesiastici in genere (dai pai con figli ai cardinali di 16 anni, agli abati) che predicarono bene e razzolarono malissimo?

    Il bello è che nelle tradizioni popolari di ogni regione d’Italia il monaco birbone fa sempre capolino. Qualche volta è visto con simpatia, altre volte, invece, come un vero ew proprio malfattore.

    Il fatto è che loro forse, il votro di castità non lo facevano e, con la loro cultura (erano gli unici “acculturati” del tempo) riuscivano ad incantare le belle popolane e qualche volta anche le signore d’alto rango. Estremizzando, Rasputin era un monaco che aveva soggiogato completamente e sotto tutti gli aspetti la zarina…

    Accidenti quante cose si possono ricordare dopo aver letto un limerick!

    Ciao

    Ben

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